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Un antico proverbio giapponese recita: "Budda non sorride mai tre volte di seguito". I giapponesi accettano le provocazioni con bonaria condiscendenza, ma dopo un paio di frecciatine anche loro perdono la pazienza, e la diplomazia inevitabilmente vacilla. Dopo "Perché i giapponesi hanno gli occhi a mandorla", Keiko Ichiguchi continua a documentare la sua vita nomade in questo nuovo saggio dal clima familiare, che osserva con malizia la vita di un vero giapponese, raccontandoci come nasce un amore in treno, svelandoci il linguaggio della sensualità nipponica, l'emancipazione negli "shojo manga", l'origine di miti e leggende e altro ancora, compresa un'affollata sezione di saluti e... parolacce! Completa il volume un ricco apparato di disegni inediti e strip umoristiche, attraverso le quali l'autrice ironizza sugli usi e costumi - spesso inconciliabili - tra Italia e Giappone.